Le monete di questo tipo furono coniate durante il periodo delle guerre civili dopo la battaglia di Accio (31 a.C.) e simboleggiano le vittorie di Ottaviano sulla flotta di Antonio e Cleopatra. Il trofeo posto sulla prua della nave è un riferimento diretto alla potenza navale e al trionfo sull'Egitto, che consolidò il potere di Augusto come unico signore di Roma.
Moneta acquistata alla 54a Asta, Fritz Rudolf Künker, 7 maggio 2019, lotto 135.
Proveniente da una collezione privata renana. Acquistata nel gennaio 1988 presso J. Loon (Coin Investment).
Esemplare con segno di controllo sul dritto, leggermente levigato in alcuni punti.
Impero romano
Ottaviano Augusto (27 a.C. - 14 Ne.), denario 30/29 a.C., zecca italiana Brindsi o Roma
Dritto: testa di Augusto rivolta a destra
Rovescio: trofeo di guerra posto a prua di una nave (prora), armi e insegne di guerra tutt'intorno
IMP CAESAR
La battaglia di Accium del 31 a.C. fu un punto di svolta nella storia romana. Ottaviano, figlio adottivo di Giulio Cesare, sconfisse le forze di Marco Antonio e Cleopatra VII, ponendo fine ad anni di guerre civili. Un anno dopo, Alessandria fu catturata e Antonio e Cleopatra si suicidarono. Questa vittoria permise a Ottaviano di dichiarare una "restaurazione della pace" e di stabilire un nuovo ordine, il Principato, segnando l'inizio dell'Impero Romano.
Il denario del trofeo sulla prua della nave è una propaganda estremamente potente: accosta l'immagine di Augusto (come "salvatore dello Stato") al simbolo di una vittoria navale. Il trofeo, decorato con armi catturate, ricordava la sconfitta della flotta di Antonio e Cleopatra, mentre la prora della nave sottolineava che il destino dell'impero era deciso dalla battaglia in mare.
Queste monete furono coniate in gran numero per diffondere un nuovo messaggio politico: Roma ha un sovrano che porterà pace e stabilità dopo decenni di caos. Divennero così uno dei primi strumenti della propaganda augustea, collegando il trionfo militare con l'idea della pax Romana, la pace romana che sarebbe arrivata con il nuovo princeps.