Rara tetradracma coniata ad Akragas (oggi Agrigento) tra il 465 e il 445 a.C..
Varietà con un fiore sotto il granchio.
Grecia
Sicilia, Akragas, Tetradracma 465-445 a.C.
Dritto: aquila in piedi a sinistra
AKRAC-ANTOΣ
Rovescio: granchio di fronte, fiore in basso
Diametro 23 mm, peso 17,21 g
Secondo Tukidide, Akragas fu fondata da coloni provenienti da Gela e Rodi intorno al 582-580 a.C. (Storia della guerra del Peloponneso). Akragas, l'ultima delle grandi città greche fondate in Sicilia, era situata in una posizione molto favorevole, su un altopiano che si affacciava sul mare, con un costante rifornimento di acqua da parte di due fiumi vicini, l'Akragas (da cui la città prese il nome) e l'Hypsas. La posizione della città le portò grandi vantaggi e divenne rapidamente una delle colonie greche più ricche dell'isola, eclissando la vicina Gela e rivaleggiando persino con Siracusa.
Sotto il regno del tiranno Falari (570-554 circa), che secondo Aristotele prese il controllo della città dopo essere stato incaricato di costruire il tempio di Zeus sulla cittadella, la città raggiunse una notevole prosperità. Oltre a espandere il suo territorio grazie alle vittorie militari sui nativi Sikani, Falide riuscì anche ad assicurarsi accordi commerciali favorevoli con la vicina Sicilia e con la grande potenza mediterranea dell'epoca, Cartagine. Tali accordi permisero agli Acragantini di intraprendere un vasto programma edilizio, che prevedeva la costruzione di imponenti fortificazioni difensive e di grandiosi edifici pubblici. Tuttavia, Falaris era noto per la sua crudeltà e le sue tendenze sadiche, che presumibilmente includevano il cannibalismo. Il suo destino, avvolto da una cattiva reputazione, è racchiuso nelle leggende. Fu lui a ordinare l'esecuzione del cosiddetto "toro di rame", una statua di bronzo cava inventata dallo scultore ateniese Perillos che serviva come metodo innovativo per giustiziare i criminali, in cui la vittima veniva posta e poi veniva acceso un fuoco sotto la statua. Un intricato sistema di tubi trasformava le urla della vittima nel suono di un toro ruggente. Perillos, invece, aspettandosi una ricompensa per il suo servizio, fu gettato nel toro per metterlo alla prova. Prima dell'instaurazione della democrazia, nel 473 a.C., vi furono altri tiranni, il più importante dei quali fu Terone (che regnò dal 489 al 472 a.C.), che ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria congiunta di Siracusa e Acragantina sui Cartaginesi nella battaglia di Himera del 480 a.C., che portò all'indebolimento del potere punico in Sicilia per molti decenni.
Le monete d'argento furono coniate ad Akragas relativamente presto, almeno a partire dalla fine del VI secolo a.C., e quasi subito apparvero i tipi di culto dell'aquila e del granchio: l'aquila era dedicata a Zeus, al quale era dedicato un enorme tempio nel giorno della festa della città, il colle di Atena, e il granchio era una popolare prelibatezza locale raccolta dai fiumi vicini. Questo binomio continuò a comparire sulle monete di Acragantina per tutto il V secolo a.C., con le raffigurazioni dell'aquila che divennero sempre più elaborate e imponenti, prima che il granchio lasciasse il posto ai tipi Nike/quadriga prima della fine del secolo, indicando chiaramente l'influenza della moderna monetazione siracusana.