Varietà con segno ΔΙ mancante.
Ex. Nomos, Obolos 31, lotto 333.
Grecia
Seleucidi, Antioco III il Grande (223-187 a.C.), tetradracma dopo il 197 a.C., zecca non specificata nella Mesopotamia settentrionale
Dritto: testa con diadema a destra
Rovescio: Apollo seduto su un omphalos a sinistra, che regge a sinistra un arco e una freccia, nel campo a sinistra ΕΣ
BAΣIΛEΩΣ ANTIOXOY
Diametro 30 mm, peso 16,68 g
Antioco III il Grande (nato nel 242 circa, morto nel 187 a.C.) - sovrano dell'Impero seleucide, era il figlio minore di Seleuco II Kallinikos e successore del fratello maggiore Seleuco III Keraunos. Fu uno dei rappresentanti più in vista della dinastia seleucide - il periodo del suo regno fu il momento di massima fioritura politica del suo Stato, che all'epoca si estendeva dalla costa mediterranea all'India (anche se con un'area un po' ridotta rispetto al territorio del fondatore della dinastia).
Apollo - divinità della mitologia greca; era considerato il dio della musica, della salute, delle arti, degli oracoli, della divinazione, nonché la guida delle Muse. Patrono di poeti e cantanti. Nelle loro credenze, i Greci aumentarono gradualmente i poteri di Apollo, venerandolo come dio della luce, della legge e dell'ordine mondiale. Gli attributi più comuni di Apollo erano l'arco e le frecce. L'invenzione stessa del tiro con l'arco è attribuita ad Apollon e a sua sorella Artemide. Apollo è solitamente descritto con un arco d'argento o d'oro e una faretra con frecce d'argento o d'oro. I Seleucidi riconobbero Apollo come patrono della loro dinastia e la sua figura seduta su un omphalos è un'immagine che si trova spesso sul rovescio delle loro monete.
Omphalos - un antico manufatto a forma di pietra semicircolare, considerato dagli antichi greci l'ombelico simbolico del mondo. La pietra si trovava nel tempio di Apollo a Delfi. Era anche considerata un oracolo attraverso il quale le persone si mettevano in contatto con gli dei.