Bellissimo e magnifico tallero, appartenente alla serie di medaglie coniate per celebrare la vittoria di Jan III Sobieski a Vienna.
Emessa con il nome del re polacco al centro del rovescio REGIS POLONIE IOAN III PRAESENTIAE VALIDO AVXILIO (con la coscienza e il valoroso aiuto del re Jan III di Polonia), coniata da Leopoldo I a Vienna.
Medaglia della zecca con grado MS62 dell'NGC.
Dritto: globo, su di esso un'aquila imperiale bicefala, intorno al globo SUB UMBRA-ALARV TVARV, sopra un sole a raggiera con l'iscrizione COLLIGIT AUXILII RADIOS, sotto una mezzaluna con l'iscrizione VICTAM & REDEGIT IN UMBRA
IMPERY MURUM AUSTRIACO INTERPONIT IN ORBE
Rovescio: iscrizione in 22 righe
1683 / DIE 14 IVLŸ / VIENNA AVSTRIÆ / A / TVRCIS OBSESSA / SED / PROTECTORE ALTISSIMO / LEOP I IMP / INDVSTRIA E CONSILIO / REGIS POLONIÆ / IOAN III / PRÆSENTIÆ VALIDO / AVXILIO / VIENNENSIVM DENIQ VNIVERSITATIS SENATVS / OFFICIALIVM CIVIVM AC INCOLARVM / CONCORDI OBSEQVIO, AB OBSIDIONE / PROFLIGATO HOSTE EODEM ANNO / DIE 12 SEPT LIBERATA / DVCE LOTHA / RINGO / CÆS LOC TEN / GRLISO GENER COM / STARNBERG / VRB COMEN / IN PERSO SVCC / ELECT / BAVA SAXON / E IMPERY SVB / SIDIO / COM CAPLIERS / DEPVT PRÆSI / DENTE MATTHI MITTERMAIR A WAFF / ENBERG S C M MONETA / OBTVLIT
Diametro 43 mm

format_quoteI dettagli di questo evento, che sancì la fama del cavalierato polacco in Europa, sono ampiamente noti; a noi non resta che adornare la corona del vincitore con la testimonianza dei vincitori. Rashid Efendy, storico turco, descrive la sconfitta del Gran Visir a Vienna con queste parole."In questo periodo l'imperatore tedesco non si è assopito nei suoi sforzi per salvarsi. Già all'inizio della guerra, avendo saputo delle intenzioni dei musulmani sulla sua capitale, inviò messaggeri a tutti i re della cristianità e, per intercessione del Pontefice romano, capo dei cristiani e della loro fuga, li attirò in unione con lui, poiché, secondo le parole del Corano, 'tutti gli infedeli formano una sola nazione'. - Il primo di questi, il re di Lech, che aveva sempre covato nel suo cuore infedele l'inestinguibile desiderio di riconquistare Kamieniec, la Podolia e l'Ucraina, e che cercava sempre e solo un'occasione per alzare le armi, non esitò a rompere a tradimento l'alleanza e a stringere un'alleanza con i tedeschi. Ben presto raccolse un esercito e si precipitò in aiuto dell'Imperatore, che gli altri sovrani cristiani non mancarono di sostenere con uomini e denaro. Quando gli alleati si unirono a dodici ore da Vienna, nel luogo in cui sorge il ponte di pietra sul Danubio, l'Imperatore stesso rimase sul posto e il Re di Lech, per il suo rango, assunse il comando supremo su tutto l'esercito. Con lui c'erano il Grande e il Campo Hetman con ventiquattromila uomini di cavalleria e fanteria; l'esercito imperiale contava trentamila uomini e quaranta (mille) rinforzi tedeschi.Il 20 del mese di Ramazan, il sessantesimo giorno di assedio, il nemico apparve verso mezzogiorno sulle montagne di fronte alla posizione dei musulmani. La sua fanteria avanza, la sua cavalleria avanza alle spalle e ben presto le schiere ottomane vengono colpite alle spalle in forti colonne. La battaglia dura circa due ore. In un primo momento, l'ala comandata da Beylerbey Budy, incapace di resistere al feroce attacco nemico, si agita e inizia a ritirarsi: il disordine cade nei ranghi e l'intero esercito, afflitto dal panico, fugge nel campo. Il Gran Visir vede con orrore questo terribile stato di cose e, preso dal dolore e dalla disperazione, vola nella sua tenda di fronte alla città, mentre nello stesso momento la fanteria nemica, approfittando dello spavento, si precipita a Vienna e ne rafforza la guarnigione. Così i cristiani al primo assalto raggiunsero l'obiettivo del loro desiderio"."L'esercito musulmano, non avendo speranza di resistere nelle trincee, le getta in folla e fugge per la strada di Yavarin, mentre la cavalleria nemica piomba nel campo proprio dietro di loro. I soldati in fuga, non volendo lasciare il tesoro militare al nemico, saccheggiano la tenda del tesoriere in sua presenza e lasciano il capanno vuoto agli infedeli. Ma tesori ben più grandi di questi caddero in potere dei vincitori: In nessuna spedizione, come è noto, fu mai radunato un esercito così numeroso, né furono mai portate a termine forniture così ingenti per una guerra. La moltitudine di cannoni, mortai, armi, equipaggiamenti bellici vari, tende, cibo e ricchezze lasciate nell'accampamento erano al di là di ogni immaginazione e servivano solo a saziare l'avidità e a rafforzare le forze del nemico e, per i musulmani, solo a rendere ancora più dolorosa la loro sconfitta. Ma solo Dio esercita il giudizio e il destino delle vittorie che ordinaformat_quote